Ogni anno un cittadino dellUnione Europea genera in media 4,5 tonnellate di rifiuti, di cui circa la metà viene smaltita in discarica. Numeri impressionanti che non possiamo più sostenere, sia dal punto di vista ambientale che economico. Sono gli effetti collaterali della cosiddetta economia lineare, basata sulla produzione di un bene, il suo consumo e il conseguente smaltimento. A questa è essenziale contrapporre con forza un modello di economia circolare dei rifiuti, che superi il concetto di fine vita della materia. Non si tratta di un obiettivo utopico, ma è senza dubbio complesso da raggiungere, non senza lintervento congiunto di vari soggetti: dal legislatore ai produttori, dagli enti di salvaguardia ambientale alle infrastrutture per la gestione dei rifiuti, passando per il personale addetto alla raccolta e allo smaltimento. In ultimo, ma non per importanza, il cittadino, che deve impegnarsi a seguire un modello di vita e di consumi ecosostenibile, che riduca al minimo la sua impronta ecologica. Una definizione di economia circolare molto chiara è quella fornita dalla Commissione Europea: Uneconomia circolare mira a mantenere per un tempo ottimale il valore dei materiali e dellenergia utilizzati nei prodotti nella catena del valore, riducendo così al minimo i rifiuti e luso delle risorse. Impedendo che si verifichino perdite di valore nei flussi delle materie, questo tipo di economia crea opportunità economiche e vantaggi competitivi su base sostenibile. BISOGNA SUPERARE I PRODOTTI A VITA BREVE Oggi circa il 90% del fatturato dellindustria europea è basato su un modello economico lineare: prendi, produci, usa e getta. A ricoprire un ruolo centrale nello sviluppo di un modello di economia circolare dei rifiuti, quindi, è il mondo delle imprese, che deve iniziare a ripensare le fasi di progettazione, produzione e commercializzazione dei prodotti. Bisogna superare e lentamente ci si sta arrivando lidea del prodotto a vita breve, così come quelli usa e getta, e integrare nella filosofia aziendale lidea della durata, del riutilizzo, della riparazione, della ricostruzione e del riciclaggio. Non si può più prelevare materie prima dalla terra iper sfruttata e ormai incapace di soddisfare le nostre esigenze per realizzare un prodotto che, in pochissimo tempo, diventerà un rifiuto, magari anche di difficile smaltimento. Per quanto essenziale sia il ruolo di chi produce i beni disponibili sul mercato, non possiamo certo sottovalutare il comportamento del consumatore. Banalmente, se le industrie continua a produrre prodotti di plastica usa e getta, noi consumatori possiamo iniziare a mandare un messaggio chiaro, evitando di acquistarli. Il passaggio da un modello di economia lineare ad uneconomia circolare presuppone, come visto, un vero e proprio cambio di paradigma, una deviazione netta rispetto al percorso compiuto fino ad ora. Questo processo, essenziale per il nostro futuro e di quello del pianeta, coinvolge tutti, nessuno escluso, dal produttore al consumatore, dalla catena di distribuzione alla gestione dei rifiuti. Serve limpegno di tutti, ogni giorno. Delle Donne Antonio